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La strada du petrusu

Itinerario che si snoda in zone ancora piuttosto selvagge ed estesi tratti di macchia mediterranea, ora alta ora bassa, che ogni tanto si apre in scorci panoramici mozzafiato, sia verso l'entroterra collinare che verso la costa. Un sentiero che rappresenta una bella avventura all’aria aperta ed offre indimenticabili panorami; è uno dei sentieri tra i più amati: quelli stretti dove si passa uno per volta. Un percorso ad anello tra Canolo Vecchio e Canolo Nuovo, che consente di fare un salto nel passato grazie all’antico e suggestivo paesino dalle immutate caratteristiche delle contrade di una volta.

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16 Febbraio 2020

DAL PROGRAMMA ESCURSIONI 2020

"SENTIERI SULLE TRACCE DEL TEMPO"

 La strada du petrusu

ITINERARIO NATURALISTICO - STORICO - PANORAMICO - AD ANELLO

RADUNO: ore 9.45 centrale palazzina Enel presso Malivindi

COME ARRIVARE: Dalla Jonica, direzione Agnana, poi Canolo Vecchio, quindi, si prosegue verso la montagna e sulla strada prima di Canolo Nuovo contrada Malivindi. Dalla Tirrenica: da Cittanova si risale verso Canolo Nuovo, quindi si scende verso Malivindi.

PARTENZA ESCURSIONE: ore 10.00

DIFFICOLTA': E - Escursionistico -  TEMPO: Ore 5.00

DISLIVELLO: 650 mt s.l.m. - 850  mt s.l.m.

COMUNI INTERESSATI: Canolo

Note: Per la Colazione, a base di prodotti locali, si può usufruire del Panificio La Rosa che visiteremo a metà percorso.

L'iscrizione alle escursioni tramite il link presente in questa pagina è riservata esclusivamente ai soci e deve essere effettuata entro le ore 24 del venerdì antecedente. I simpatizzanti e coloro che ancora non sono iscritti all'associazione (ospiti) non possono partecipare alle escursioni di tipologia E.E. (Escursionisti esperti). Per tutte le altre tipologia di escursioni si deve esibire la dichiarazione liberatoria. Per ogni ulteriore informazione, si prega di contattare il Direttivo oppure inviare una e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 

an bookCOSA BISOGNA SAPERE

Alcuni ritrovamenti di asce e coltelli di ossidiana nella Grotte di Kau e sopra Prestarona segnano l’origine neolitica dei luoghi che visiteremo, invece, i primi documenti che trattano del territorio di Canolo, risalgono al XVI sec.. Nel 700, intenso era il lavoro nei campi, l’allevamento del bestiame e la coltura del baco da seta, si riusciva anche a trarre qualche guadagno dal commercio della neve. Le abitazioni costruite in pietra e calce erano ad un solo piano con un basso adibito al ricovero degli animali ed a legnaia. Il paese ricco di “catoi” e stretti vicoli e solo qualche Palazzo nobiliare, fra questi quello dei La Rosa che ospitò Edward Lear nel 1847. Ma qui è il paesaggio a fare la differenza, i silenzi della montagna, i colori della natura e poi i pianori: Gulata, Maria, Agarta e le contrade: Prestarona, Malivindi, Zovaianni, Scorciapelli, Petrufunio, Petrusu, Mondarola ed altri ancora che mantengono inalterate le vocazioni agricolo - pastorale; le numerose grotte carsiche rendono misteriosi ed impenetrabili questi luoghi, mentre Monte Mutolo sovrasta e protegge da una parte e Monte Crasto e Crastigghiu completano il panorama dalla parte Mammolese. Lo scenario di Monte Mutolo è uno dei più suggestivi dell’Aspromonte, non è la forma delle sue cime ha dare il nome a questa montagne, come qualcuno asserisce, ma, questa roccia venne chiamata “dolomiti” su proposta di Nicolas De Saussure nel 1796 per ricordare colui, Donato Dolomieu, che si accorse, studiando queste pietre, che esistevano pietre dall’apparenza calcarea che non reagivano agli acidi perché composte da carbonato doppio: magnesio e calcio, una composizione usata, in tempi recenti, nei preparati di famosi farmaci. Una strana formazione rocciosa, probabilmente stalattite, su uno dei fronti di Monte Petto, sta alla base della leggenda della figura del Santo patrono di Canolo: “ La Bacchetta di S. Nicola”. Poco sotto queste maestose conformazioni si trovano le cave di pietra e sulla destra scorre il torrente Pachina.

Nel 1951, a seguito di un’alluvione venne edificato Canolo Nuova per trasferire gli abitanti delle contrade, e costruita la Chiesa di S. Maria delle Nevi. La collocazione strategica del nuovo centro si rivelò interessante, perché posta a ridosso dell’asse Jonio - Tirreno del Passo del Mercante, subito, l’identità agricolo -pastorale delle sue contrade fu occasione di valorizzazione dell’ Enogastronomia e dei prodotti locali: i forni comunali, i salumi, i formaggi, i dolci, motivo di attrazione turistica. I percorsi di trekking lungo queste contrade completano il quadro delle frequentazioni di questo tratto del parco Nazionale dell’Aspromonte.


 escursionista sDESCRIZIONE SENTIERO

Ed proprio lungo una di queste tracce che si sviluppa il nostro itinerario, utilizzato nell’antichità per raggiungere, da Canolo Vecchio, il valico del Passo del Mercante da una parte e per portarsi sui Piani di Agarta dall’altra, il centro di Canolo Nuovo sarà per noi il punto di scollinamento sul pianoro. Dalla centralina Enel, posta ai piedi di Monte Giunchi, un grande masso che i locali chiamano “ a Petra da riina” ci indicherà la strada da seguire, si sale tra i lecci lungo l’antico percorso, che interseca la strada bitumata, incrociandola in quattro punti fino a raggiungere il crinale alla pineta di Gazzarri e quindi il Borgo di Canolo Nuovo. Qui è prevista una breve visita ai caratteristici forni comunali, dove sarà anche possibile rifornirsi della colazione. Si riprende il percorso lungo la strada del Cimitero che conduce ai Piani del Ticchio, da dove il panorama si apre meravigliosamente su Monte Crasto e sulle Gole della Fiumara Novito, una traccia alla nostra sinistra conduce alla “ Coda di Ardami”, noi proseguiremo dritti verso “ a lenza du Petrusu”, tralasciando le piste laterali che conducono a “ Serro bandera” da una parte ed al Vallone Marino dall’altra, allo snodo principale del nostro viaggio “a Scaletta du Petrusu”, potranno sbizzarrirsi coloro che amano fare foto. Qui lo scenario si apre in tutta la sua bellezza, la costa jonica sullo sfondo, gli orridi precipizi del Vallone del Diavolo in primo piano, la montagna fossilifera di Crasto in lontananza alla nostra sinistra e poi Le Dolomiti del Sud da un’angolazione privilegiata ed il crinale di Piani Maria che si adagia spettacolarmente tra le forre del Torrente Pachina. Se le condizioni meteo lo permettono, con molta prudenza, per la pericolosità del sito, potremo visitare le grotte “ du petrusu”, destreggiandosi tra le cavità della formazione rocciosa si troverà la posizione adatta per ritrarre l’incantevole paesaggio circostante. Il basso corso del Vallone Runcatini, alla nostra destra, ci guiderà alle acque dell’antico lavatoio, l’antica sterrata che attraverso le terre del Barone La Rosa i contadini risalivano verso i Piani di Agarta. Un romantico ponticello in legno, qualche rudere di una vecchia dimora, numerose stazioni di equiseto sparse alla base degli alberi di Gelso (le foglie di quest’albero venivano usate per allevare il baco da seta), sono la testimonianza di come si presentavano i luoghi dove si usava produrre “la seta”, poco distante l’agglomerato di Malivindi completa il quadro e da il senso della vita di questi antichi centri agricoli - pastorali. Una breve risalita lungo un’ antico selciato in pietra ci condurrà alla nostra tappa finale.

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